LO SPETTACOLO
Due fratelli si ritrovano attorno ad un tavolo e tra pentoloni e mestoli ricordano le estati passate in campagna a casa della nonna. Improvvisi e impazienti, i ricordi dell'infanzia affiorano inevitabilmente rincorrendosi uno dopo l'altro come gli ingredienti per una torta dai mille sapori. I due fratelli si divertono ritrovando le vecchie foto di quando erano piccoli e si emozionano ripensando a tutte le cose che nonna sapeva fare con le sue mani. Come in una festa coinvolgono nella danza il pubblico in sala per finire nel ricordo della ricetta della nonna per la sua torta.
In scena un tavolo, metafora del luogo di incontro dove si sviluppano relazioni, momenti per banchetti conviviali, dove si apprende, dove si crea, dove ci si scontra ed infine luogo di ricordi.
Uno spettacolo per parlare di CRESCITA, CIBO, RICORDI e di RELAZIONE:
I LINGUAGGI
Lo spettacolo si sviluppa tra momenti di narrazione, performances di sapore comico ed altre di carattere più poetico, utilizzando i linguaggi della danza, del teatro d'attore, ed il coinvolgimento del pubblico.
NOTE DI REGIA
A casa dei nonni l’estate è più estate, il sole più caldo e la notte più buia. Però ci sono le stelle e la luna. Tutte le cose sono più buone, e anche la nonna è più bella e più grande. Il giardino diventa sconfinato e basta un albero, un cespuglio, il profumo della torta per alimentare la necessità della vita. La crescita! E’ questo il teatro dentro il quale il nostro lavoro si muove, esplorando un desiderio e una responsabilità. Il desiderio del bambino di diventare grande, la responsabilità dell’adulto di educare. La nonna è un esempio. Accompagna, sostiene con cura il gioco della crescita. Con lo sguardo accoglie e ristora. Con mani sapienti, che conoscono le questioni della vita, prepara, raccoglie e provvede. Le regole a casa di nonna sono più lasche. In questo spazio dilatato il bambino fa esperienza di bellezza e di responsabilità. Da nonna si può anche sbagliare. Nel ricordo preciso, nello sguardo leggero e apparentemente fuggitivo del bambino, in quella membrana sottile che chiamiamo anima, resta l’impronta della vita.
(Daniela Mattiuzzi)
Recensione di Giulio Bellotto su EOLO, Rivista di Teatro Ragazzi:
[....Come spesso accade per i disegni più belli, quelli che le mamme orgogliose appendono al frigorifero, tutto nasce da poche linee ben definite. È questo il caso di "Gnam!", di Ullallà Teatro, che si apre con la scelta di un
bambino tra il pubblico, a cui viene chiesto di disegnare sulla lavagna una casa, un fiore e un albero.........Una commistione di linguaggi capace di alternare comico e poetico e di portare avanti il parallelismo instaurato tra gli ingredienti delle torte della nonna e le personalità dei due fratelli. ...........dopo aver saputo proporre una serie di immagini e sensazioni che, quelle sì, verranno ricordate a lungo da grandi e piccini.]